Vomero

Il nome del quartiere nasce con tutta probabilità dalla vocazione agricola che contraddistingueva la zona nell’antichità e in un passato nemmeno troppo lontano. Il gioco del vomere, un passatempo contadino che sanciva come vincitore chi, con il vomere dell’aratro, avesse tracciato un solco quanto più possibile dritto. Comunque proprio l’attività legata ai campi e la gran messe di verdure coltivate gli valsero per secoli il soprannome di Collina dei broccoli. Fino alla fine del XIX secolo il Vomero costituiva una periferia pressoché disabitata e lontana dalla città. Quando con gli Angioini Napoli divenne capitale nel 1266 (rimase tale fino all’Unità d’Italia nel 1860) cominciò a sorgere l’esigenza di risalire le pendici della collina vomerese, soprattutto per ragioni strategiche. La zona cominciò dunque a popolarsi soprattutto a partire dalla costruzione del Chiostro Certosino nel 1325 e quasi contemporaneamente gli Angioini sostituirono l’antico torrione di vedetta (d’epoca normanna) vicino al quale sorse il Chiostro, con il Castello di Belforte, nucleo di partenza del Castel Sant’Elmo. L’assetto del restante territorio vomerese rimase tuttavia immutato. Durante la peste nel 1656, la collina fu utilizzata come rifugio da parte della nobiltà e del clero: nacque la tendenza nell’aristocrazia residente nel centro storico a costruirsi una seconda casa al Vomero. Nei primi dell’800 il quartiere fu promosso al rango di residenza non solo nobiliare, ma anche regale, con l’acquisizione di una villa da parte di Ferdinando di Borbone: nacque così l’odierna Villa Floridiana. Ancora oggi, tra palazzi moderni è possibile ammirare le splendide ville e palazzine in stile tardo Liberty che vennero realizzate in gran numero agli inizi del secolo attorno alla Villa Floridiana e verso l’area di Castel Sant’Elmo e San Martino e che costituirono fino alla metà del Novecento il tratto distintivo del nuovo quartiere. Già prima della legge di Risanamento grazie all’iniziativa della banca Tiberina, alcuni terreni compresi tra San Martino, via Belvedere e Antignano vennero destinati alla costruzione di un nuovo quartiere. Il Nuovo Rione venne inaugurato, con l’apertura della Funicolare di Chiaia cui seguì la Funicolare di Montesanto. Fino a quella data, ma ancora per diversi decenni dopo, la vita e quindi la storia della collina vomerese e quella della città di Napoli si sono evolute separatamente. “Vado a Napoli”, “Scendo a Napoli” erano le frasi dei vomeresi per indicare il tragitto verso il centro. E forse, infondo questa distinzione farà sempre parte della cultura partenopea. Tornando ai giorni nostri una volta giunti al Vomero con metropolitana o funicolari, è consigliabile una piacevole passeggiata per le vie centrali del quartiere, alcune delle quali a traffico limitato. Da Piazza Vanvitelli, punto centrale e luogo di ritrovo serale si può percorrere l’elegante Via Bernini fino a Piazza Medaglie D’Oro, la strada dello shopping vomerese Via Scarlatti (percorsa in direzione opposta porta al Castel Sant’Elmo e alla Certosa di San Martino) e le tranquille ed eleganti vie adiacenti. La Villa Floridiana è il parco del quartiere con splendida vista sul Golfo e Capri al cui interno è visitabile il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina con collezione di Ceramiche di Capodimonte così come esemplari dall’estremo oriente. . Castel Sant’Elmo e La certosa di San Martino si trovano a pochi metri l’uno dall’altro, rendendo così possibile la visita in accoppiata. Posti entrambi sull’estremità della collina e raggiungibili facilmente a piedi dalle strade centrali del Vomero o dalle uscite di Metropolitana e Funicolari, sono due oasi di tranquillità e vista mozzafiato su Napoli e il Golfo. La Certosa di San Martino ha al suo interno una chiesa con marmi, sculture e dipinti; un museo (Museo Nazionale di S. Martino) contenitore della storia e cultura di Napoli e dei regni Meridionali, dove si può visitare una sezione navale, una sezione di presepi, una sezione teatrale e la sezione Immagine e Memorie della Città. All’interno della Certosa di San Martino è consigliata una visita agli splendidi giardini panoramici che donano una vista meravigliosa e molto silenziosa sul Golfo.

Ingresso

Intero 18,00 euro, € 2 per cittadini dell’UE tra i 18 e i 25 anni non compiuti; € 9.00: tutti i giorni, dal mercoledì al lunedì, dalle 17 a chiusura biglietteria; sempre per i titolari di Artecard

Orari

lun – dom h 9.00 – 19.30 chiuso mar. – 1° maggio; 1° gennaio; 25 dicembre

Servizi

Noleggio audioguida € 4,00 (€ 2,50 con Artecard), accesso disabili; bookshop; biblioteca, visite guidate prenotazione lun-sab 9.00-13.30 e 14.30-17.00 al n. 848.800.288 o 06.39967050 dall’estero e callulari

Come arrivare

Metropolitana linea 1 fermata Museo – linea 2 fermata Cavour – autobus R4 – 139 – 147 – 203 – 168 – 178

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